Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, dopo che ebbero crocifisso Gesù, il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
(Lc. 23, 35-43)
Con la festa di Cristo re, come sapete tutti, termina l’anno liturgico e la prossima domenica con il tempo di avvento ci prepareremo al Natale. Il nome di questa festa ci lascia un po’ perplessi: Cristo re dell’universo? Ma sembra proprio impossibile. Sembra che l’universo non goda proprio di buona salute. Restando nel nostro piccolo, partendo da Venezia e con una settimana quasi ininterrotta di piogge, abbiamo visto quanti disastri sono successi. E così per terremoti che improvvisamente generano distruzioni e catastrofi di proporzioni immani. Eppure quando Dio fece il cielo e la terra ha detto che era “cosa buona”. Vero che nel caso dell’innalzamento degli oceani c’è lo zampino dell’uomo creato ad immagine di Dio come cosa “molto buona”. Immagine di Dio, ma dotata di libertà e quindi capace di operare il male. Purtroppo fin dal principio il male che l’uomo compie è enorme, con conseguenze gravissime. Vedendo le guerre, le ingiustizie, le malvagità sempre più sofisticate, ci viene davvero da chiederci: “Ma Cristo è davvero il Signore di questo mondo?” La nostra realtà di oggi, più che dalla saggezza e dall’onnipotenza di Gesù ci sembra in balia di una situazione di male demoniaca ed alla apparenza incontenibile.
Questo sembra vero anche nel vangelo che abbiamo appena letto. Gesù, il re dell’universo, è inchiodato su di una croce tra due delinquenti. Anche uno di questi lo sfida insultandolo: ”Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!” L’altro delinquente invece ha un comportamento inspiegabile; guarda Gesù che era un delinquente illustre (la sentenza Di lui appesa sulla croce lo qualificava “Gesù Cristo, re dei giudei”), rimprovera il suo collega, confessa di meritare la morte per i suoi delitti e poi si rivolge a Gesù con parole impossibili: “Gesù ricordati di me, quando sarai nel tuo regno”. Ma cosa dici, disgraziato? Che regno? Non vedi che il miserabile che ti sta accanto sta morendo crocifisso come te? Cosa vuoi che possa fare per te? Dolcissima e sorprendente la risposta di Gesù: “Oggi sarai con me nel paradiso”. Il trono di Gesù è quella croce sulla quale è innalzato, e morendoci sopra lui è salvezza proprio partendo da quel delinquente che ha creduto nella sua regalità.
“Il mio regno non è di questo mondo”, aveva detto a Pilato, che lo guardava come un povero ed innocente tapino, che una folla sobillata dai capi e dai sacerdoti, voleva morto. Ecco come regna Gesù. Lui è re perché spogliandosi della sua infinita grandezza di figlio di Dio serve l’uomo fino a questo punto estremo: morire su una croce per salvare l’uomo. Servire è regnare, aveva insegnato, ma adesso non è più solo parole. Adesso è morire per l’uomo. Naturalmente non è questo l’ultimo atto della sua vicenda terrena. Il punto di arrivo è quel sepolcro vuoto e lui che compare in mezzo ai suoi amici risorto.
Così Gesù inaugura in questo mondo il suo regno. E di questo regno possono farne parte tutti coloro che vivono la loro esistenza al servizio degli altri come lui. Sono pochi? Ma che dite mai? Quanti miliardi di genitori vivono la loro esistenza donandola ai loro figli. Alcuni lo fanno conoscendo Cristo, e molti altri senza averne mai sentito parlare, ma il dono è sempre lo stesso ed è questo che li lega al suo regno. Quante persone svolgono il loro lavoro in un impegno onesto al servizio di altri? Vivaddio, non ci sono soltanto i profittatori ed egoisti in questo mondo! Anche qui miliardi di persone non sono dei farabutti, ma di giusti che si guadagnano il pane con il sudore della fronte e rendono un servizio a chi hanno intorno. Sapete qual è il loro limite? Soltanto quello di non fare notizia, come il delinquente che uccide o ruba. Questi vanno sul giornale o in televisione. Nessuno parla di loro. Perché? Ma hanno fatto soltanto il loro dovere, e che c’è mai da dire? Già! Ma ci rendiamo conto che questa è la massima parte della umanità, mentre i gaglioffi, gli ingiusti, i delinquenti sono la minoranza che fa notizia? Se il mondo continua è proprio per questa massa enorme di persone oneste che non fa nulla di straordinario; fa soltanto il proprio dovere fino alla fine. E Gesù che muore sulla croce è il loro re e Signore, perché servire è regnare.
Sono troppo ottimista? Sono un ingenuo sognatore? Pensate tranquillamente ciò che vi pare, ma questo è ciò che ha fatto Cristo, morendo su quella croce, facendosi capostipite di una serie infinita di persone che non fanno niente di speciale. Fanno soltanto il loro dovere.