Mentre i riflettori dei media e della politica mondiale sono puntati sulla crisi in Ucraina, in Africa milioni di persone lottano per la sopravvivenza a causa dell’effetto combinato di siccità, conflitti, aumento dei prezzi del cibo, povertà endemica. Particolarmente colpite le popolazione del Corno d’Africa e del Sahel. Secondo le Nazioni Unite solo in Etiopia, Kenya, Somalia e Sud Sudan sono oltre 25 milioni le persone che necessitano di assistenza alimentare immediata. Queste le parole di una donna del Kenya settentrionale “Tante persone hanno perso i loro animali. Migliaia di capi di bestiame sono morti. Non c’è acqua per me e la mia famiglia. Delle quasi 300 capre, non ne ho più nessuna”. La confederazione delle Caritas africane (Caritas Africa) ha lanciato un appello per denunciare questa situazione e l’inadeguatezza degli aiuti internazionali. Mentre si spendono miliardi di dollari per la guerra, è stato coperto meno del 20% di quanto necessario per coprire gli appelli umanitari della Nazioni Unite per salvare vite umane dalla fame.
L’insufficienza dei finanziamenti globali per la risposta alla siccità e alla carestia è aggravata dall’impatto della guerra in Ucraina sulla catena di approvvigionamento alimentare globale e sui prezzi del cibo e del carburante. Inoltre i prezzi del cibo sono influenzati dalla speculazione finanziaria che a seguito della crisi in Ucraina scommette sul rialzo delle quotazioni di grano e mais spingendo verso l’alti i prezzi reali.
Caritas Italiana sostiene l’appello delle Caritas africane affinché vi sia un impegno immediato e significativo dell’Italia e dell’Europa per rispondere alla carestia in Africa e per affrontare le cause alla radice della crisi nel medio e lungo termine. Non esistono soluzioni rapide o semplici a queste sfide, ma è chiaro che affidarsi solo ad approcci “a cerotto” di breve termine non interrompe la spirale di crisi. Un’azione inadeguata per affrontare i cambiamenti climatici a livello globale sta chiaramente avendo un impatto drammatico sui modelli climatici, sulla produttività agricola e sulle risorse naturali in tutta l’Africa.
Le Caritas africane continuano ad offrire importanti contributi sia sul piano umanitario che nel rafforzamento della resilienza delle comunità. Ad esempio, in Etiopia e altrove, le Caritas hanno lavorato alla formazione degli agricoltori sull’agroecologia e sulla gestione dell’ambiente, attraverso tecniche di conservazione del suolo, fondamentali per far fronte al degrado del terreno.
Caritas Italiana sostiene i piani di azioni di molte Caritas dei paesi colpiti, quali Kenya, Etiopia, Sud Sudan, Burkina Faso, Niger, Mali, che tuttavia non hanno risorse sufficienti a raggiungere tutte le persone che vorrebbero. Per questo è fondamentale aumentare lo sforzo di solidarietà anche solo con una piccola offerta a Caritas Italiana e a mantenere alta l’attenzione alle politiche necessarie per mitigare questa crisi e prevenirne altre.
Tratto da caritas.it – articolo originale