L’A.S. 2022/23 appena concluso ci ha permesso di incontrare più di 100 tra ragazzi e ragazze delle scuole medie e superiori della città di Vercelli e comuni limitrofi. Il percorso è stato pensato insieme ai responsabili dell’ufficio scuola dell’arcidiocesi di VC: il professor Giovanni Garlanda e la professoressa Carla Barale. Gli incontri hanno interessato le ultime classi delle scuole superiori e le classi delle scuole medie.
, insieme alla conoscenza di come la Caritas Eusebiana opera attraverso i propri centri di ascolto parrocchiali, i volontari e i servizi caritativi (Opere Segno) presenti in diocesi.
Perchè parlare di cultura della carità agli studenti?
L’’intento è stato quello di uscire dal concetto parziale di carità come mera elemosina o di semplice aiuto ai poveri, magari attraverso qualche piccola donazione rivolta a qualche ente benefico del caso. Cultura della carità per mettere un seme a dimora, potremmo dire con un po’ di fantasia, da far germogliare e maturare nei ragazzi e nelle ragazze, che possano farlo sviluppare e diventare frutto di solidarietà e che, di conseguenza, possa svilupparsi in tutto il tessuto sociale e in tutti gli ambienti della loro vita quotidiana.
Ciò si tradurrebbe in maggiori atteggiamenti concreti di vicinanza, di sane relazioni, di aiuto, di inclusione, di perdono reciproco già a partire dai gruppi classe, ma anche nei confronti dei docenti e degli adulti di riferimento.
Nuovi stili di vita, però, da portare non solo a scuola, ma in tutti i luoghi della quotidianità: in famiglia, nello sport, al parco, nelle attività di svago.
Al termine degli incontri sono state le stesse studentesse e studenti a ideare, insieme ai loro docenti, iniziative di carità nei confronti dei poveri della nostra diocesi, permettendo di mettere a terra quanto condiviso, ascoltato e rielaborato nelle attività in classe. Alcune classi hanno raccolto viveri per poi poterli all’Emporio della Solidarietà, altre hanno fatto esperienza di servizio direttamente presso lo stesso Emporio, altre ancora hanno raccolto fondi da destinare alle emergenze.
Siamo consapevoli che le sfide sono e saranno molteplici ma abbiamo riscontrato una grandissima apertura, disponibilità all’ascolto e voglia di discutere, approfondire, conoscere da parte di tutti gli studenti che abbiamo incontrato in questo percorso.
Un cambio è necessario a partire dalla narrazione che si fa nei confronti dei giovani, per smettere di “pensarli” esclusivamente come: <<i giovani sono il nostro futuro>> e cominciare a farli sentire veramente protagonisti del loro e nostro presente, attori del cambiamento che, mentre noi adulti lo auspichiamo, le giovani generazioni lo hanno già dentro.
Abbiamo incontrato ragazze e ragazzi, anche giovanissimi con tanta voglia di conoscere, di esplorare il mondo e di fare una differenza significativa nella vita degli altri.
In una società in rapida trasformazione, in cui le sfide sociali, economiche e ambientali richiedono una nuova generazione di cittadini attivi, empatici e generosi, la sfida è stata e continuerà nell’A.S. a venire, far nascere in loro e creare con loro nuovi “spazi di carità”