Si è svolto sabato 26 ottobre, presso la Sala San Carlo del Seminario di Vercelli, il convegno per i 50 anni della nostra Caritas diocesana, che ha visto riuniti moltissimi parroci e volontari provenienti da tutto il territorio dell’Arcidiocesi di Vercelli.
L’evento – dal titolo “Vivere il Dono, per essere Dono” – si è aperto con i saluti di Mons. Arcivescovo Marco Arnolfo, il quale ha ricordato che «la carità non è solo donare, ma condividere» ed è così che «si riceve più di quello che si dà».
Successivamente, il prefetto Lucio Parente, il sindaco Roberto Scheda, il delegato regionale delle Caritas di Piemonte e Valle D’Aosta Pierluigi Dovis ed il presidente provinciale di ACLI Cesare Daneo, hanno rivolto i loro saluti a tutti i presenti e ringraziato Caritas Eusebiana per il suo continuo operare sul territorio della provincia di Vercelli.
Il dottor Parente ha ringraziato Caritas Eusebiana «per l’operato a nostro sostegno durante l’emergenza migranti». Il sindaco di Vercelli, invece, ha ribadito la grande intesa già presente tra l’amministrazione comunale e Caritas, chiedendo «collaborazione tra tutte le associazioni, con umiltà ed adottando la politica dell’ascolto, per superare gli ostacoli e progettare tutti insieme».
Il dottor Dovis ha dapprima ricordato Mons. Albino Mensa, che nel 1973, seguendo l’idea di Papa Paolo VI, ha istituito Caritas Eusebiana rendendola operativa dal 1974, insieme a don Mauro Stragiotti e tutti i volontari che «non ci sono più, ma sono stati di esempio per tutti noi». In seguito, ha elencato tre sfide che attendono la nostra Caritas diocesana: 1) promuovere il servire, con una strategia comunitaria, 2) costruire la comunità e accompagnare il prossimo nella fraternità, 3) investire sulla testimonianza della relazione.
Il dottor Daneo ha, infine, ribadito la collaborazione tra ACLI e Caritas esortando ad affrontare «gravi problemi sociali (come, per esempio, la ludopatia), partendo fin dalle scuole elementari per insegnare a tutti l’integrazione e l’importanza della dignità di ogni persona» e a lavorare «tutti insieme al sogno di una Vercelli che includa tutti».
Ai saluti delle autorità, è seguito un primo intervento di Carlo Greco, direttore di Caritas Eusebiana, che ha ricordato come «Caritas è tutti i centri di ascolto, in tutta la Diocesi, non è solo un ufficio a Vercelli: ognuno di noi dà testimonianza della carità, ponendo l’attenzione sugli ultimi, in funzione soprattutto pedagogica». È poi seguita una disamina delle statistiche sulla povertà italiane e locali: nel solo 2023 più di 2.000 persone si sono rivolte ai centri di ascolto Caritas diocesani, ogni giorno 25 uomini adulti sono ospiti del dormitorio, ad oggi ci sono 20 nuclei familiari in emergenza abitativa e, quotidianamente, circa 800 persone hanno bisogno di rivolgersi all’Emporio della Solidarietà.
Ha ribadito, dunque, la fondamentale importanza dei centri di ascolto che «sono il cuore pulsante dell’impegno di Caritas Eusebiana: è grazie a tutti i volontari, gli operatori, i presbiteri e le consacrate che riusciamo ad essere quotidianamente al fianco dei più bisognosi». In conclusione, il dottor Greco ha ricordato come «la carità deve essere un impegno di tutti, ad imitazione dell’amore di Gesù: siate gli occhi e le mani di Cristo sul territorio, siate custodi della carità, con pazienza e benevolenza, siate dono per vivere il dono».
Al termine dell’emozionante intervento del direttore di Caritas Eusebiana, è stato il momento di alcuni giovani volontari (Davide, Emanuele, Lucia, Paolo e Valentina) che hanno raccontato il loro impegno quotidiano e le modalità – districandosi tra lavori a tempo pieno, impegni e difficoltà – in cui servono i più bisognosi, nei centri d’ascolto, l’emporio e il dormitorio, fin sui social e negli organi pastorali dell’Arcidiocesi.
In seguito a questo intervento pieno di speranza per il presente e il futuro, non solo di Caritas Eusebiana, ma di tutta la comunità vercellese e la diocesi, don Davide Besseghini, parroco di Candia Lomellina e vicario episcopale per le problematiche sociali, caritative e ambientali, ha elaborato una riflessione sulla vergogna che talvolta auto-esclude i più poveri dalla vita parrocchiale, dalla partecipazione alle Messe e dal rivolgersi ai centri di ascolto, esortando tutti i presenti ad «accoglierli anche in mezzo a tutte le difficoltà».
A metà mattinata si è poi tenuto il momento centrale del convegno, con i tavoli di confronto, che hanno visto tutti i presenti divisi in diversi gruppi per provare ad elaborare un manifesto di intenti per il futuro di Caritas Eusebiana. Dopo il pranzo condiviso, i facilitatori dei vari tavoli di confronto, hanno poi esposto i principali spunti emersi: potenziare le opportunità di lavoro per chi è disoccupato o escluso socialmente, fare rete cercando una sempre maggiore cooperazione con le istituzioni (andando oltre i tempi lenti per rispondere alle emergenze), educare tutta la cittadinanza alla carità (non solo i più piccoli, ma gli stessi bisognosi e gli operatori istituzionali con cui si collabora), supportare maggiormente i parroci (sempre più anziani e meno numerosi), formare i nuovi volontari e potenziare la raccolta dei dati per mrispondere meglio alle esigenze di chi si rivolge ai centri di ascolto.
A conclusione del convegno è intervenuto nuovamente il direttore Carlo Greco, per sottolineare come «l’anno scorso Caritas Eusebiana ha sostenuto almeno 1018 interventi, creando almeno 33 posti di lavoro» e raccontare alcune storie di impatto. Infine, ha illustrato ai presenti la visione per il futuro di Caritas Eusebiana, volta ad una maggiore sensibilizzazione alla carità, attraverso «rinnovate opere evangeliche e di misericordia, sempre sussidiarie per essere da supporto anche alle istituzioni, ma mai sostitutive, a prevalente funzione pedagogica».